Viaggiamo per non sappiamo esattamente quanto, dobbiamo arrivare al confine con il Messico.

Ovviamente nel frattempo, appena possiamo, compriamo carotine, frappuccini, biscotti, caramelle di ogni tipo, insomma ogni genere di alimento necessario e fondamentale alla sopravvivenza.

Abbiamo ancora la testa completamente assorbita dalla NASA, dallo spazio, da quello che abbiamo visto: dall’immensità del SaturnoV.

…poi arriviamo a Boca Chica, a pochi passi dal messico. Passando per una specie di dogana, miglia di niente assoluto, ore di macchina senza incrociare una casa.
Arriviamo in una strada dritta dove in fondo, poco prima della spiaggia, troviamo la piattaforma di lancio di starship.
Parcheggiamo, e rimaniamo qualche minuto, tanti, a bocca aperta.
Non tanto per l’immensità del razzo che ci troviamo davanti…ma per il fatto che non ci sia nessuno a controllarci.

Siamo soli, a poche centinaia di metri dal razzo.

Ve lo ridico: soli, a poche centinaia di metri, dal razzo…quello che andrà su marte, montato e pronto al decollo.
C’è un via vai continuo di gente, tutti lavorano, saldano ,spostano cose, costruiscono…nessuno si preoccupa di noi.

Lasciamo le macchine, e decidiamo di camminare verso il razzo attraverso le dune di sabbia.
Troviamo Robert, un pazzo scatenato che ha deciso di non perdersi questo momento epico in cui l’umanità fa i primi passi verso i viaggi spaziali.
Già, perchè, parentesi, qui stanno costruendo le ASTRONAVI

…e si, lo riscrivo: le ASTRONAVI. come quelle dei film, le astronavi che viaggiano nello spazio e portano centinaia di persone.

Comunque, torniamo a robert, siamo a forse 100 metri dal razzo.
“venite con me, andiamo li sotto”.

sotto.

Sotto il razzo.

non a centinaia di metri.

sotto

s o t t o.

Decidiamo che la cosa è cosi folle, che vale la pena di essere fatta..cosi andiamo esattamente SOTTO il razzo.

E ci sediamo a terra, e ci mettiamo a parlare di come funziona, della fisica dei motori, del perchè funziona in un modo o nell’altro.
Parliamo dello spazio, di come fare a vedere il prossimo lancio, della sensazione incredibile nel veder rientrare le astronavi e il booster a terra.

Passiamo 4 ore in un posto surreale, con una persona surreale.

La NASA in confronto sembra un parco giochi per anziani adesso.
Qui si respira l’impossibile.
Stanno tutti lavorando alla sfida più incredibile dell’umanità “diventare una specie multiplanetaria…viaggiare nello spazio”.

Stanno tutti lavorando a cose che il 99% delle persone ritiene folle, impossibile, inutile.

Essere qui, è come essere al porto a guardare Cristoforo Colombo indaffarato a lavorare sulle caravelle, mentre tutti gli danno del pazzo perchè tanto il mondo è piatto, è inutile il suo folle progetto.

Questo posto, questa gente, sono la dimostrazione pratica di come un’idea, la perseveranza, il genio, la capacità di sognare, possano cambiare ogni cosa e rendere l’impossibile reale.

Tutte le persone che incrociamo avranno al massimo 30 anni, hanno tutte la faccia e il sorriso di chi è consapevole che sta facendo qualcosa di immenso. Non importa cosa, magari anche solo una saldatura.

Tutto diventa improvvisamente chiaro: “Puoi farlo, o almeno ci puoi, e ci devi, provare”…e non importa cosa, ripeto.
vedendo tanta incredibilitudine, viene voglia di fare qualcosa di meraviglioso.

Anche solo come robert: “ho deciso che voglio essere qui in questo momento“.

Auguro a chiunque, di poter vivere quello che tutti noi abbiamo vissuto oggi.

p.s. comunque, per essere sinceri, abbiamo provato a far partire un drone dalla spiaggia, tempo 2 minuti (reali) sono arrivati poliziotti e sceriffo per sequestrarci il drone, cancellare le riprese, e ridarci tutto…super gentili…ma sbucati dal nulla in 2 minuti appena abbiamo alzato in aria il drone…

Ma questa storia, come per le valigie, per essere raccontata merita un post a parte.