scritto da: Marco
…“E il settimo giorno Dio si riposò da tutte le opere da lui portate a termine”. Al contrario i ragazzi del Big tour hanno ancora tanta strada da fare, per ciò questo settimo giorno inizia prestissimo.
Salutiamo la mega bandiera che ha vegliato tutta la notte sul best western di Richfield e dritti a far colazione.
La partenza è prefissata alle 8 ma come tutte le buone partenze slitta di almeno un’ora. La causa del ritardo è data da un argomento importante che forse si è protratto già per troppo tempo: VEGAS.
La scorsa notte tra capricci e desideri, abbiamo finalmente deciso dove trascorrere le due notti di Las Vegas. Bisognava prenotare. Quindi ci ritroviamo alle 8:30 del mattino, tutti ammucchiati nella hall dell’albergo che fino a poco prima era completamente deserta, e risolviamo finalmente la questione Vegas.
Sono quindi passate le 9 quando ci decidiamo finalmente a partire in direzione Salt Lake City. Oggi tocca a PATHFINDER, la più bella, fare la macchina 1. Con una capogruppo così non si può che fare bene. Infatti sbagliamo strada solo due o tre volte. Il che ci fa pensare che forse abbiamo sbagliato con la scelta del nome. Tutto sommato procede bene, perlomeno finché la nostra NEBULA non decide di dare un bel bacetto al posteriore di AKIRA. Proprio così, abbiamo fatto un incidente, o meglio, HANNO. Ci avvisano via radio e tra risate e prese in giro (anche un po’ misogine) ci fermiamo alla prima occasione (ovviamente al primo Walmart) per controllare i danni. Risultato: un buco sul culo di AKIRA e una bella botta sul muso di NEBULA.
Breve pausa pipì e si riparte. Arriviamo a Salt Lake City giusti giusti per pranzo e quando si palesa la classica domanda “dove mangiamo?”, Antonio ha già pronta una risposta. Quando in una frase sono contenute le parole burger e man vs food, c’è poco da fare. Entriamo dunque nel Crown Burger, un locale popolato da operai in pausa pranzo che ci salutano con sorrisi larghissimi, un ottimo presagio. Mentre osserviamo i numerosi premi vinti dal locale durante il corso degli anni, ci viene consegnato il nostro ordine. Assaggiamo. WOW. Veramente eh. Forse il panino più buono che abbiamo mai mangiato.
Anzi, senza alcun dubbio. Antonio ne prende un altro. Troppo buono.
13:30 ora locale, dobbiamo ripartire. Pieni e assonnati saliamo in auto e pochi metri bastano ai fortunati non guidatori per addormentarsi. Ci dirigiamo verso Bonneville un luogo che ci dicono essere quasi magico ma di cui non conoscevamo nulla. Sulla strada, che si rivela essere un una grande autostrada che taglia in due un grande deserto composto da sabbia e sale, troviamo una strana opera d’arte: un albero in metallo alto parecchio. Scendiamo giusto 5 minuti per capirne il senso e risaliamo in auto per continuare la strada che sembra interminabile ma aspettate, quella cos’è? Una strada sterrata? Che facciamo andiamo? Lo chiedi pure? Abbandoniamo senza rimpianti la strada asfaltata per gettarci nel bel mezzo del deserto salato. Dopo qualche miglia incontriamo una bella sorpresa lasciata da alcuni precursori: una grande scritta BIGROCK fatta accostando i massi presi dal ciglio della strada sterrata. Insieme allo stupore ci arriva nuovamente un avviso via radio, sempre da NEBULA: Mi sa che abbiamo bucato. Pausa riflessiva. Vabbè cambiamo sta ruota. Quale miglior posto per cambiare una ruota se non il deserto salato con 98º Fahrenheit che picchiano sul collo. Nel frattempo c’è chi corre, chi fa foto, chi prende in giro NEBULA e chi piscia nel deserto. Però dai, ce la siamo cavata in mezz’ora abbondante. Ripartiamo con l’ansia di bucare nuovamente ma ci dice bene. Molto bene. A quanto pare Bonneville non è altro che una distesa di sale praticabile in auto sul quale la gente, tra cui anche noi, si diverte a testare i limiti delle auto. Con 4 Grand Wagoneer e una Ford Expedition sotto mano (NEBULA insieme al suo ruotino sono rimasti parcheggiati) non potevamo far altro che faville.
Bastano pochi minuti di sgommate a trasformare le auto in cubi di sale moventi.
Prima di raggiungere l’hotel passiamo quindi in autolavaggio dove per troppi dollari puliamo alla bene e meglio le carrozzerie delle auto. Uscendo dall’auto lavaggio benino avvisati di una cosa: fermarsi ad ogni stop che qui la polizia ci si incula. Indovinate quale macchina è stata fermata…
Tra ennesime prese in giro a NEBULA raggiungiamo il motel che apparentemente sembra non valere una cicca ma che invece si dimostra essere forse il migliore fino ad ora. Scarichiamo le macchine e ognuno il proprio colon e puntiamo a Burger King più vicino che però non sa di nulla paragonato al già compianto Crown Burger. Torniamo in camera distrutti e crolliamo seduta stante con un pensiero in testa: speriamo che domani NEBULA non stia dietro di noi.





















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