Scritto da: Benedetta
Nuovo giorno nuova avventura! L’appuntamento delle 8:30 per la partenza è preso come di consueto con molta relatività ma almeno per oggi possiamo tirare un sospiro di sollievo grazie ad un nuovo magico alleato: il cambio di fuso orario.
Si da il caso infatti che il nostro motel si trovi praticamente su una linea di confine e il Nevada ci dà così il benvenuto concedendoci benevolmente un’ora in più.
La prima questione all’ordine del giorno è reperire un gommista per rifare bella la nostra Nebula che ieri ha avuto una giornata intensa. Un po’ di cure se le merita decisamente.
Trovata una caratteristica stazione di servizio gestita da messicani ne approfittiamo per fare colazione a base di mini donuts e Doritos mentre i due gentili gommisti si occupano della macchina infortunata.
Passa poco tempo e arriva la diagnosi che purtroppo non è delle migliori: quello che pensavamo essere solo un banale taglietto è in realtà uno squarcio profondo che secondo i nostri medicanti di turno non ha lasciato scampo alla povera gomma che quindi viene tristemente dichiarata morta. Neanche il tempo però di mettersi comoda nel suo luogo di riposo eterno che la sventurata ruota è di nuovo chiamata in causa e costretta a risorgere: i nostri amici messicani infatti non dispongono di una gomma nuova per sostituirla. Applicata una pezza alla povera rediviva possiamo infine ripartire, rigorosamente tra le 60 e le 70 miglia orarie.
La prima tappa della giornata è un luogo piuttosto vicino ma che ci riserverà interessanti sorprese. Si tratta dell’Historic Wendover Air Museum che come antipasto propone sul menù l’hangar da cui Enola Gay partì per sganciare la bomba atomica Little Boy su Hiroshima. Come primi piatti abbiamo un aereo dismesso usato per girare il film “The Core”, una vecchia torre di controllo della seconda guerra mondiale (su cui non possiamo esimerci dal salire nonostante le vertigini) e un piccolo museo dedicato all’aviazione americana e all’aeroporto.
Il secondo è il piatto forte: avvicinandoci alla pista la nostra attenzione è catturata da un signore in pettorina gialla che armeggia vicino ad un trabiccolo che sarebbe degno di Willy il coyote. Ci spiaccichiamo letteralmente alla rete che ci separa dalla strana scena per cercare di capire cosa stia succedendo. Il signore, notando la bava che esce a lato delle nostre bocche, si impietosisce e decide di aprirci la porta per farci fare un giro sulla pista. Il trabiccolo che ha attirato la nostra attenzione si rivela essere un aeroplanino sperimentale in panne, il signore infatti è un veterano che tra le altre cose ha combattuto in Vietnam e quello è il suo giocattolo.
Ascoltiamo con interesse la storia a limite tra comicità e terrore che riguarda il guasto del mezzo: il giorno prima mentre il nostro amico stava decollando si era verificato un malfunzionamento e addirittura l’iPad di sua moglie (che era seduta nel sedile posteriore) aveva deciso di prendersi una vacanza eiettandosi fuori dall’abitacolo in cerca di libertà. Ascoltiamo rapiti e scambiamo quattro chiacchiere con il signore dopodiché ripartiamo non prima di concludere la visita con il dessert: gli alloggi dei militari e l’infermeria del vecchio aeroporto.
Ci dirigiamo dunque verso la cittadina di Ely dove decidiamo di cercare un altro gommista (si sa nelle questioni di salute è sempre meglio avere una seconda opinione).
Nel frattempo ci dedichiamo allo shopping selvaggio in un piccolo negozio dell’usato gestito da una simpatica nonnina. Tra vestiti e accessori pazzerelli comprati per pochi dollari si fa tardi e decidiamo di pranzare in un posto diverso dal solito, particolare e tipico del luogo: il McDonald’s.
Dopo Ely la strada attraversa il deserto dritta come una freccia e noi la percorriamo decisi e inesorabili come il grissino nel tonno Rio Mare. La destinazione finale è Tonopah una inquietante città che nel vecchio west ospitava una grande miniera. Si dice che questo paese sia uno dei più infestati di fantasmi e presenze paranormali d’America e ovviamente non vediamo l’ora di verificare.
Prima però decidiamo di fare una piccola deviazione verso Belmont una Ghost Town che teoricamente dovrebbe trovarsi nelle vicinanze. Sì “teoricamente”. Questo perché per un piccolo errore di calcolo il navigatore ci porta ad arrampicarci in off-road su per una collina che no, non era la Belmont a cui puntavamo noi.
Il panorama da lassù comunque ci regala una vista niente male e vale qualche fotografia.
Finalmente poi ci dirigiamo in città: Tonopah sa di polvere e di terra cimiteriale, di chili e di cheddar, di benzina e di fumo. È un po’ inquietante (pare che a inizio 900′ qui siano morte moltissime persone a causa di un’incendio nella miniera) ma è anche autentica, percorrendo le sue strade assaporiamo l’odore del West.
La giornata è stata lunga ma mancano ancora alcune sorprese, la prima è il motel di stasera definito come uno dei più horror del mondo. Si tratta del “world famous” Clown Motel dove ogni cosa è a tema. Dopo un primo momento di entusiasmo nel vedere che posto folle sia, i nostri sentimenti cominciano a virare verso una più decisa preoccupazione mentre notiamo le macchie sulla moquette delle stanze e i simpatici clown che ci guardano sornioni dalle pareti. Ciliegina sulla torta: il ridente cimitero direttamente accanto al motel a completare il cerchio. Quello che si dice un vero mortorio.
La giornata è stata lunga ma c’è un’ultima cosa che vogliamo fare prima di ritirarci nelle nostre suite: andare a vedere le stelle nel deserto. Dopo cena quindi ci avviamo verso una zona un po’ defilata dalla città dove si trova una piccola area ristoro con tavoli e panchine. Arriviamo e ci rendiamo conto però che il posto è già occupato, ma la cosa non ci scoraggia: ci avviciniamo e notiamo che al centro dello spiazzo è montato un enorme telescopio presidiato da un ennesimo signore e dai suoi amici (quante conoscenze oggi!). Che bello a volte il destino.
Trattasi di una specie di cervellone, un archeologo/astrologo che oltre a farci guardare nel telescopio in questione ci istruisce sulle costellazioni con il suo puntatore laser da vero esperto.
Ancora il tempo di qualche stella cadente ed è l’ora di tornare dai nostri amici clown per una bella dormita ristoratrice.



































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