Scritto da: Davide

Se andiamo indietro nel tempo, in questo viaggio alla fine non possiamo lamentarci.

Certo, c’è chi ancor prima di partire ha perso il suo drone. Certo, Nebula non è stata sicuramente l’auto più fortunata di questo universo (ha tamponato, ha bucato, è stata fermata dalla polizia). Certo, non abbiamo visto i Caccia, ma abbiamo visto tantissime altre cose.

Ma davvero tante.

E il Destino era particolarmente tranquillo. La cosa era preoccupante.

Ormai siamo all’ultimo giorno, stasera alle 20:00 partiamo, quindi breve giro per San Francisco, capatina al Golden Gate e dritti in aeroporto nel pomeriggio.

Ma cosa potrà mai andare storto?

Succede che alle 10:03 Maurizio scrive in chat: “Ragazzi, ma il volo non è alle 14:55?” con tanto di foto.

Panico.

Come alle 14:55?

In tutto questo una delle auto mancava pure all’appello perché alcuni di noi erano già usciti per farsi un giro. Li richiamiamo SUBITO.

Non c’è più tempo, bisogna partire subito, per le 11.

Chi dorme, viene svegliato quasi violentemente. Le valigie vengono chiuse di fretta, tutti nella hall per le 10:30.

Ma com’è possibile una svista pazzesca? Scopriamo, nel parcheggio, che non tutti hanno lo stesso volo.

Il Destino è lì, nell’angolino, che se la ride alla grande. Lo guardiamo malissimo.

Tre di noi, Pelis, Francesco e Simona, hanno il volo effettivamente alle 20:00. E tra 29 biglietti, quando siamo andati a controllare, ci è capitato proprio uno dei loro, dando per scontato che tutti i biglietti fossero uguali. Incredibile.

Ma le risate di Destino durano poco. Come una squadra già collaudata, alle 11:00 siamo tutti in strada: in 25 minuti siamo in aeroporto, consegnando le nostre amate (e semidistrutte) auto e voliamo al check-in.

Al check-in proviamo a chiedere se è possibile far salire con noi anche i tre malcapitati delle 20:00. Niente, non è possibile. Tutti i posti sono occupati (per poi scoprire, una volta a bordo, che tre posti erano effettivamente liberi).

Salutiamo i nostri tre compagni, che decidono di ritornare al piano A: Golden Gate, giro per San Francisco e poi di ritorno in aeroporto per l’aereo delle 20.

Noi altri ci avviamo verso Parigi. Volo calmo, tutti sommato, a parte per qualche turbolenza.

A Parigi ci aspetta un’attesa di oltre 10 ore. Allora un gruppetto di noi prende la balla al balzo e decide di fare la mattata: andare alla Torre Eiffel!

Non era mai successo che in un BigTour si vedessero ben due Torri Eiffel (Las Vegas e Parigi), e soprattutto è una valida alternativa al Golden Gate che quasi tutti non hanno potuto vedere!

Dopo qualche ora, arrivano a Parigi anche Pelis, Francesco e Simona, che trovano la maggior parte di noi distrutti e addormentati sulle poltrone di Star Bucks. La stanchezza del viaggio si fa sentire.

Salutiamo Simona, che era l’unica con uno scalo diverso da tutti noi (arriverà con ben tre ore di anticipo rispetto a noi, fortunella!).

Quando ormai sono le 21:00, è il nostro turno. Alle 23 siamo finalmente a Venezia, stanchi, un po’ nostalgici che il viaggio sia finito.

In un baleno siamo sullo stesso autobus che, 17 giorni prima, ci aveva portato in aeroporto per andare dall’altra parte del mondo.

Ci sentiamo come se non fossimo mai partiti. Come se quell’autobus fosse la partenza e non l’arrivo.

Siamo finalmente giunti a BigRock e ci salutiamo, come una famiglia. Ognuno ora va a casa propria, con un’esperienza unica nel cuore.

Non siamo tristi perché è finito, ma siamo felici perché è successo. Ed è stato fantastico!