Scritto da:
Maurizio – Alessandro – Leone
Proprio come il bianconiglio di Alice, il Cinque Luglio è stato tutto all’insegna del ritardo.
Ma noi al destino ritardatario gli ridiamo in faccia “HAHAHAHA”.
Che dire una colazione senza acqua e senza gusto, un po’ come ” Il Grande Fratello”.
Caricate le macchine escono i primi problemi, dalla stanza 104 il destino urla “MA OGGI DOVE DOVETE ANDARE?” *Suono di grilli*.
Un’acceso dibattito sulla questione ci fa partire non prima delle 10.15 direzione Horseshoe, ma ad attenderci nella prima tappa il destino ci mostra quanto può essere INCREDIBILE la natura.
Anche se 10 dollari di parcheggio se li potevano risparmiare, rendiamoci conto quasi un menù del McDonald’s, ma neanche tutti i panini del MCDONALD’S potranno mai soddisfarti come quel Canyon a forma di ferro di cavallo.
Non era solo la vista ad essere soggiogata ma anche l’udito, in alcuni punti l’unica cosa che sentivi era il tuo respiro, sembrava quasi di vedere un film in muto, da dietro una roccia il destino sospira “Una pace oltre i sensi”.
Ci riuniamo per andare via, ma il destino ci chiede di mandare un messaggio ai nostri amici oltre oceano.
“Tic-Tac Tic-Tac” il tempo scorre, ma per fortuna il terreno pari ad una carta vetrata a 2000 ci permette di correre anche in pendenze di 90° senza scivolare.
Voliamo a mangiare un boccone veloce anzi un polletto veloce e giù dritti verso il parco nazionale di Zion. Il nostro amico destino sempre presente ci mostra la discesa immersa nel parco, forse una delle strade più incredibile al mondo.
Dopo 20 minuti di curve ecco il tunnel, siamo fermi, attendiamo il nostro turno per entrare in quello che a differenza delle gallerie a cui siamo abituati riesce a trasmettere la grandezza del posto e la sua magnificenza.
“TIC-TAC”, oggi il destino è ritardatario e scopriamo di poter passare non più di un’ora nel parco a meno di non voler camminare per 8 miglia.
Ed ecco parte la Speed Run del parco, tra fiumi, tacchini e scoiattoli.
Veniamo travolti dalla grandezza di questa conca, alcuni cercano di risalire il fiume altri scelgono la strada saggia.
Guardandoci intorno non si può non pensare a quello che ha detto l’autista del pullman, ovvero che un pazzo non si può definire in altro modo, ha scalato quelle pareti in free solo.
Ed ecco che è giunto il momento di abbandonare il paradiso per dirigerci all’inferno, dove il destino ha deciso di chiudere tutti i ristoranti alle 21 e facendoci arrivare alle 22.
Mentre alcuni impavidi trovano un ristoro aperto, altri decidono che è il momento di fermarsi e così come il blackout che ha colpito Kanab di notte, noi spegniamo le torce dei telefoni e diamo la buonanotte al destino guardando le stelle e sorridendogli in faccia.



























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