La notte di Fresno ha tolto il sonno a parecchi, con grida messicane e sirene della polizia di sottofondo… già la porta dell’albergo blindata con guardia annessa ci ha fatto capire che questa non è proprio una delle città più tranquille d’America.

Così scappiamo di buon ora verso la costa. Ultimo pieno (forse) della vacanza e via, direzione ovest puro.
Ci fermiamo solo a pranzo a Hollister e poi dritti verso Monterey. Il piano malvagio è arrivare in Hotel, parcheggiare le valigie, fare spesa e passare il pomeriggio/sera in spiaggia.

Invece, quando siamo ormai solamente a pochi chilometri dal mare, un muro di nuvole e nebbia ci accoglie, svilendo mano a mano il sogno “California here we come” di ognuno.
Scendiamo dalle auto in parcheggio dell’hotel che fuori ci sono 15 gradi. Ghiaccio. L’altro ieri eravamo a 50 dall’altra parte dello stato.
Mentre tentiamo di fare check in però, una gentile vecchietta pazza, con i denti storti e il formaggio ancora incrostato attorno alla bocca, ci rassicura che sembra incredibile ma sulla spiaggia, a neanche un chilometro dall’albergo, il sole splende tantissimo. Forse il nostro sogno “California here we come” non è svanito apparentemente del tutto.

Ci facciamo coraggio e, imbardati di felpe, giacche e costumi da bagno, ci rimettiamo in auto. Ed effettivamente mannaggia a lei la vecchietta aveva ragione.
Appena due miglia di strada e la coltre di nebbia fittissima si dissolve, lasciando spazio a spiagge assolate piene di onde e kitesurf.

Parcheggiamo dove capita e ci buttiamo in spiaggia. Non fa caldo, tira un vento malefico, ma è bellissimo.

Abbiamo raggiunto finalmente l’Oceano Pacifico.

Se prima qualcuno timidamente appoggia solo i piedi in acqua, la voglia di tuffarsi è tanta e piuttosto che pentirsene, ad uno ad uno ci lanciamo tra le onde enormi.

È liberatorio. Non c’è sensazione più grande per descrivere l’aver guidato molto più di 3000 chilometri ed essersi guadagnati il mare più grande del mondo.

Ci asciughiamo e riposiamo sulla spiaggia, ipnotizzati dalle onde che si infrangono di fronte a noi.

Verso sera rientriamo in albergo, doccia al volo e ripartiamo verso il centro per cena. Mangiamo pesce, pizza e burritos nel caratteristico pier di Monterey, mentre attorno a noi il tramonto regala un crepuscolo sul mare con colori mai visti.

C’è un’ultima cosa da fare, ormai diventata una tradizione dei viaggi. Compriamo legna e birre e accendiamo un falò nella spiaggia poco avanti del centro.
Attorno al fuoco chiacchieriamo, cantiamo, brindiamo e ci abbracciamo.
Consapevoli che tra un paio di giorni saremo di ritorno verso casa, ma entusiasti dell’enorme viaggio fatto fino a qui.

Fino all’oceano.