È il 4 luglio a Salt Lake City. Lo capiamo subito dalle bandiere americane che sono spuntate nella notte in ogni angolo della strada.

Partiamo verso Bonneville. Ci sono quasi due ore di strada per superare l’intero lago che bagna la capitale dello Utah e raggiungere le vaste piane salate, famose per le gare di velocità e i test di improbabili auto-razzo su strada. Due ore che passiamo quasi in silenzio catatonico da quanto siamo provati da questi giorni di caldi e scarpinate, oppure pregando gli dei che non finisca la benzina prima di raggiungere un distributore nel nulla.

Trovare Bonneville in condizioni secche è sempre un’incognita. Ci sono state volte in cui abbiamo trovato piana salata perfetta, altre pantano o addirittura acqua. Questa volta la fortuna ci assiste. Non appena varcata la fine della strada, spariamo le auto nel nulla assoluto più bianco di quanto abbiamo mai visto.

Corriamo dritti a tavoletta per chilometri, senza trovare un ostacolo, una pietra, una curva. Miglia e miglia quadrate di bianco.

Andiamo avanti un’ora a fare gare di velocità, consumare le gomme derapando, facendo provare a guidare i bestioni anche a chi, per l’età, non ha potuto partecipare come pilota.

Usciamo dalle piane salate e ci spariamo immediatamente a lavare le auto a Wendover.

È inimmaginabile la quantità di sale che siamo riusciti a portarci dietro, dentro e fuori, dalle macchine.

Pieno, Mc Donalds al volissimo e si riparte. Abbiamo un’infinità di strada da fare oggi pomeriggio per raggiungere Tonopah.

Passando Wendover siamo tornati ufficialmente in Nevada. E il paesaggio è cambiato come sempre in un lampo. Ieri eravamo tra mese rosso fuoco, stamattina in un altopiano completamente bianco. La strada per Tonopah invece è dritta in mezzo ad un deserto senza vita, giallo immenso, fatto di sterpaglie, sassi e sabbia.

Facciamo diverse tappe per alleggerire il viaggio: sosta supermercato per comprare le peggio bevande energetiche, esploriamo un vecchio motel abbandonato, tappa pipì con fotografie epiche sulla strada dritta al tramonto.

Arriviamo a Tonopah con gli ultimi raggi di sole, giusto in tempo per far visita al famoso Clown Motel e rabbrividire di fronte alle tombe del cimitero dei minatori accanto.

Facciamo spesa al volo per panini e patatine e sotto indicazione degli indigeni raggiungiamo il campo da baseball del paese, dove tutta la comunità si è riunita per guardare i fuochi d’artificio.

Sotto le luci colorate, sferzati da un insolito vento freddo, ci godiamo abbracciati lo spettacolo sentendoci, anche solo in minima parte, dei veri americani.

Buon 4 luglio! 

E domani Vegas.