Siamo a Moab, immersi in un paesaggio surreale fatto di mese e montagne rosse.
Usciamo dall’albergo di buon’ora, benzina e nuovo shuffle degli equipaggi e poi tutti dentro al supermercato a fare spesa per il pranzo al sacco.
Oggi non mangeremo schifezze in qualche fast food dal nome grasso, ma lo faremo in un posto leggendario, chiamato dopo generazioni di BigTour il “panino perfetto”.
Perché “perfetto”?
Perché per raggiungerlo devi guidare fin dentro il Canyonlands National Park, prendere una stradina non segnata tipicamente indigena, guidare in uno sterrato giusto la larghezza dell’auto con una parete di roccia sulla destra e uno strapiombo di almeno 300 metri sulla sinistra e arrivare finalmente ad una roccia sporgente su un paesaggio da perdere il fiato.
Lì, non c’è ristorante tristellato che può competere.
Puoi anche solo mettere una fetta di prosciutto e del cheddar tra due fette di pane. Ma seduto di fronte all’infinito, sarà il panino più buono che tu abbia mai mangiato in vita tua.
Ma il panino perfetto non si esaurisce solamente a questo. Perché il ritorno a Moab bisogna conquistarselo.
Così torniamo in auto e ci facciamo due ore di sterrato tra i canyon, mentre cantiamo a squarciagola Hercules o ascoltiamo I predatori dell’arca perduta. Sguinzagliamo il drone per fare riprese epicissime, mentre tra le lacrime rimaniamo a bocca aperta dei colori, delle forme inspiegabili, della pace e tranquillità che emana questo luogo fermo ai tempi del far west.
Ma non siamo contenti, manca la ciliegina sulla torta.
Parcheggiamo le auto e ci mettiamo in marcia sotto il sole cocente del primo pomeriggio. Camminiamo a fatica, risaliamo pendenze, ci facciamo forza l’un l’altro e alla fine lo conquistiamo: il corona Arch.
All’ombra dell’arco ci godiamo ogni singola bava di vento.
È un momento abbastanza solenne. Il Corona non fa ufficialmente parte dell’Arches National Park, ma essendo un arco naturale, facciamo finta che lo sia.
Abbiamo risalito le acque di Zion, camminato tra le rocce sacre di Bryce, sgommato e pianto nei paesaggi marziani di Capitol Reef, assaggiato il panino perfetto a Canyonlands e conquistato l’Arches.
Per la prima volta nella storia di BigRock, da quella volta che abbiamo deciso di abbandonare le visite agli studi per l’avventura più totale, abbiamo completato i Mighty Five, i cinque grandi parchi dello Utah.
E domani saluteremo lo stato di fuoco sferzando un altro mostro sacro: Salt Lake.


















































































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