La mattina di Monterey è umida e uggiosa, come esattamente ieri. L’umidità dell’oceano incontra l’aria proveniente dalla terraferma, creando un vero e proprio muro di nuvole… e l’albergo dove abbiamo alloggiato stanotte ne è proprio in mezzo.
Ci è bastato infatti spostarci di appena qualche miglio perché spuntasse di nuovo il sole e, dopo poche altre miglia, la temperatura autunnale di 17 gradi si è subito riassestata in un’estiva 29. Ora è la California che ci piace: bel sole, caldo e vento.
La meta è il punto finale, quello che sapevamo prima o poi sarebbe capitato. Abbiamo spremuto fino agli sgoccioli ogni secondo di questa vacanza ma ora ci siamo, è tempo di arrivare a San Francisco.
Ma siccome le stanze dell’albergo non saranno pronte prima della metà del pomeriggio, ce la prendiamo molto comoda visitando alcuni punti fondamentali della baia californiana.
Cominciando ovviamente da Cupertino e la sede di Apple. Acquistiamo t-shirt esclusive, sogniamo di fronte a telefoni, orologi e computer, ci prendiamo un caffè nel bar di Apple che sa da futuro già così.
Riprendiamo il cammino e ci spostiamo dalla parte dell’entroterra. San Francisco non può essere raggiunta banalmente dalla penisola, ma bisogna entrare trionfalmente dal ponte.
Quindi ci spostiamo a San Leandro per pranzo, in un mall come quelli che abbiamo visto varie volte in giro per il west, ma questa volta con un outlet Nike. Compriamo scarpe colorate a prezzi incredibili e mangiamo cinese al Panda Express.
Ci facciamo un’altra mezz’ora di traffico destreggiandoci tra le auto come dei veri navy seals e ci fermiamo all’ultima, fondamentale tappa prima della grande città: Pixar.
Foto di rito di fronte all’insegna gigante, tra lacrime e sospiri, e poi tutti in macchina.
Anche San Francisco ci accoglie tra le nuvole, mentre attraversiamo l’imponente Bay Bridge. Veniamo subito assorbiti dai grattacieli, il traffico, le persone.
Tutta un’altra cosa rispetto al deserto di non appena due giorni fa. Tutto diverso, di nuovo.
Posteggiamo le auto nel parcheggio dell’hotel, rischiando di lasciarci come al solito i tettucci.
Saremo a San Francisco per due giorni, prima di tornare definitivamente in Italia.
Ma ce l’abbiamo fatta. Abbiamo affrontato il boss finale.







































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