Scritto da:
Raffaele Amato (@rafmto)
Veronica Scandiuzzi (@verosaurus_)
Lorenzo Nardelli

Sveglia a Page, vento forte e gelido. Direzione Antelope Canyon. Trovando il lower canyon chiuso, proviamo con l’upper: aperto! Presi i biglietti (con qualche nome sbagliato) ci schiacciamo belli stretti sui cassoni dei pickup e sfrecciamo per raggiungere l’entrata del canyon.

Le nostre guide, Leo e Natasha, ci fanno strada attraverso i freddi corridoi rocciosi, rivelandoci scorci pazzeschi e figure nascoste tra le pieghe e le deboli luci del sole. Scopriamo che i due nativi sono soprattutto bravi fotografi.

Dopo un pranzo veloce tra McDonald e Wendy’s, saltiamo in macchina per raggiungere Bryce, ma il tempo non ci permette di arrivare al Canyon in tempo. Quindi che si fa? Vediamo se per strada c’è qualcosa di carino da vedere! 

Passiamo per una strada sotto un paio di archi di pietra, ma all’orizzonte ancora nulla di interessante dove fermarci…

Proseguiamo…

Proseguiamo ancora…

Nulla.

Aspetta! Le mappe segnano un poligono di tiro a 7 minuti da noi, ci andiamo. Giriamo per lo stesso isolato almeno quattro volte, prima di constatare che il numero civico segnato nelle mappe è tutto fuorché un posto dove sparare, ma solo una casa di un privato, e non ci azzardiamo a bussare, quindi back on the road! Stavolta alla ricerca del nostro alloggio. 

Dopo una breve tappa in un negozio in cui qualcuno compra un cappello strano e peloso, raggiungiamo l’albergo, anche se la prima macchina ha qualche difficoltà a stare dietro al navigatore, che sembra non volerci far arrivare. 

Alla fine, sperduti tra la neve, lasciamo le valigie e ci buttiamo nelle fresche camerette.