…05/01/2022: ore 5.15 del mattino, suona la sveglia.. io e la mia coinquilina ci svegliamo, ci guardiamo e capiamo al volo che era l’inizio della grande avventura, il big tour. Finiamo di sistemare le ultime cose e scendiamo giù dagli altri, perché si eravamo una piccola parte di un grande gruppo. Dopo aver controllato 80 volte il passaporto, ci incamminiamo verso big rock, attraverso una strada buia e deserta (intanto erano le 06.15).
Quella camminata di 6-7 minuti, silenziosa ma piena di significato perché tutti eravamo emozionati e forse anche un po’ ignari di quello che poteva succederci.. perché si sa, con il COVID tutto può succedere e chiunque potrebbe rimanere a terra o disperso in qualche aeroporto nel mondo.
Saliamo sul pullman, parte, si dirige verso l’aeroporto di Venezia, ci scarica lì e il sogno diventa sempre più reale.
D’ora in poi son tutte cose di routine e controlli ma niente è scontato, anche il più piccolo intoppo potrebbe creare panico.. ma fin qui tutto bene.
Primo volo preso, direzione Londra.. ma attenzione che adesso arriva il bello: scendiamo e abbiamo pochissimo tempo per prendere la coincidenza (Londra-Denver). Nel frattempo passiamo tutti ai controlli, cosa non scontata, guardiamo l’ora: mancava mezz’ora.. Busi che ci scrive “muovetevi” e noi che corriamo in cerca del Gate B35.. le indicazioni ci portano ad un trenino, il quale poi ci porterà ad un gate (tutto si complica) ed il terrore nei nostri occhi aumenta.. manca 20 minuti alla partenza.. prendi il treno ed esci dal treno, ovviamente ci sono due rampe di scale (mobili) da fare.. ma niente panico che “tanto siam giovani” quindi di corsa su .. arriviamo con un polmone a terra ma con un altro aereo preso.
Ci siamo, siamo carichi, ci aspettano solo 9 ore di volo per andare a Denver e da lì altra coincidenza per poi arrivare alla destinazione finale: Phoenix!
L’aereo parte, “ma si dai 9 ore, tanto guardiamo i film” dopo mezz’ora mi giro e intorno il deserto.. tutti (o quasi) si erano addormentati.. finalmente arriva il pranzo, “tra un chicken e un vegetables” con la voce dell’hostess in falsetto riusciamo a chiudere quel buco allo stomaco che avevamo da stamani.
C’è chi non si fa mancare un aperitivo, tipo me, perché si dai “è free” e chi continua imperterrito a guardare film e serie tv.
Ma la gioia e l’emozione nello sguardo di TUTTI riempie il cuore di stupore.
Perché è una sfida e le sfide se affrontate tutti insieme non fanno paura ma danno forza e speranza.
Domani si inizia, inizia l’avventura.. è già iniziata oggi è vero ma domani viene fuori il fuoco e a me piace il fuoco perché mi fa sentire viva.
Scendiamo dall’aereo, dopo 9 ore e siamo a Denver.. prima tappa DOGANA da superare.. dopo aver cercato di parlare in inglese rispondendo alle domande più difficili del mondo (in quel momento) ci dirigiamo verso il rullo delle valigie. Ecco questa parte sarà molto divertente. La storia doveva essere questa: prendiamo le valigie, le imbarchiamo di nuovo e partiamo per Phoenix..la nostra ultima destinazione prima del “road trip”.
Sarebbe bello se fosse andata davvero così! E invece no.
Rimaniamo davanti al rullo guardandolo girare ma niente.. parliamo con un responsabile che ci dice che le nostre valigie sono a Londra. Bene. Abbiamo 2 opzioni: prendere l’aereo per Phoenix e farci spedire lì le valigie o aspettarle a Denver e prendere l’aereo il giorno dopo.
In poche parole prendiamo l’aereo per Phoenix tutti coscienti che le nostre valigie potevano diventare orfane.
Ci imbarchiamo sull’aereo.. intanto fuori nevicava (ricordate di questo particolare).. ci mettiamo a sedere, ognuno nel suo posto, sta per partire quando il pilota prende parola. Tralasciando il fatto che ho capito la metà delle cose, il succo era il seguente: devono ripulire l’aereo per togliere neve e ghiaccio attraverso due step.. bo io guardavo e lanciavano liquidi sull’aereo. Finalmente dopo un bel po’ parte.. penso di aver dormito quasi tutte e due le ore.
Arriviamo a Phoenix finalmente e di corsa al rullo 6 per cercare le nostre valigie (intanto avevamo scoperto che erano a Phoenix).. poi: no abbiamo sbagliato sono al rullo 3..ad un certo punto la nostra speranza riprende un brillío.. Busi esclama le seguenti parole “Ecoolaaaaaaaaa..” e sembrava proprio lei, la sua valigia.. ma attenzione momento epico quando un signore, appena prima di lui, la prende e la porta via! Busi chiede di controllare, la guarda ed in effetti era del signore. Incredibile! Dopo 5 minuti di battute riparte la ricerca alle valigie.. niente siamo distrutti e le valigie non si trovano.
Così finalmente vediamo la luce quando Savini ci dice “le abbiamo trovate”.. lo seguiamo e (rullo di tamburi) ci sono! Vedo la mia valigia!
Prendiamo il bus per andare a prendere le macchine, che ci serviranno per il viaggio.
Via i primi guidatori ed i secondo, tutti in coda ad aspettare di parlare con i gli addetti ma secondo voi è andato tutto liscio? In realtà no, perché non andava la carta di credito di Busi.. prova e riprova ma niente.. inoltre “camicetta gialla” (così soprannominato da noi) non era molto gentile ma piuttosto scorbutico.. decidiamo di cambiare “sportello” ed andare da un altro.. la carta di credito funziona! Il problema era semplicemente il “modo in cui strisciava la carta sul terminale”.. e via con mille infamate su “camicetta gialla”.
Tutti pronti, prendiamo le macchine ma la nostra non c’era o meglio avevano dato la stessa macchina a due persone.. torna indietro e risolvi il problema.. le macchine che mancavano son salite a due quindi aspetta e aspetta e aspetta.. eccola!
Partiamo, una figata, delle macchine che vedi solo in tv o che sogni di guidare almeno una volta nella vita!
Carichissimi ci dirigiamo al primo hotel, già prenotato! Altro problema.. le carte di credito non vanno.. ancora.. la prima, la seconda, la terza, la quarta e così via.. ci chiediamo se non sia un problema del terminale loro ma nulla “senza queste voi non potete dormire” ed era solo 24 ore che eravamo a giro, quindi devastati!
Dopo più di mezz’ora, in cui Busi e Savini cercavano di risolvere il problema, arrivano le carte delle stanze.. un miraggio!
Entriamo, doccia al volo, non ci sembra vero di buttarci sopra un letto!
Stanchi ma felici!
Buonanotte!
Scritto da Simona :instagram Link
https://www.youtube.com/watch?v=LBI6gIuqEJE BackTourLa voce fuori campo del viaggio.
Si dice sempre “la prima impressione è quella che conta”, noi partiamo subito con il botto.
Imbarchiamo le valige a Venezia e ci dicono “ricordatevi che a Denver dovete prenderle e fare nuovamente checkin rapido”
“certo, facile, nessun problema, abbiamo fatto questo viaggio mille volte, possiamo farlo facilmente.
A Denver le valigie non ci sono.
E abbiamo un’ora di scalo tra un volo e l’altro.
E 30 ragazzi rimasti praticamente con uno zaino.
Parliamo con due “omini vestiti di giallo”, che ci dicono “certo compilate questo foglio (appena preso stropicciato da una tasca), e cercheremo le vostre valigie che non sappiamo dove sono.
Perfetto.
Confidiamo nel destino e negli AirTag messi nelle valigie (ecosasonogliairtagmiodio ? questi: www.apple.com/airtag) di ritrovarle in qualche modo a Phoenix.
Qui fa -14, tanto per dire, e fuori tormenta di neve appena iniziata.
Arriviamo a Phoenix, gli AirTag ci dicono le le valigie sono qui.
Le aspettiamo al rullo di consegna bagagli…non ci sono…finisce la consegna..niente valigie.
Facciamo finta di essere super calmissimi e con la situazione in pugno, ma siamo li che ci domandiamo “macomehannofattoapertederelevaligieinunvolopraticamente?????”
Il telefono trova il santoAirTag e ci dice che la valigia è qui, quindi andiamo in giro tipo rabdomanti in cerca di acqua e le troviamo in fondo all’aeroporto, nella zona bagagli smarriti.
Spieghiamo che le nostre valigie sono li, loro ci dicono che un pò sono li, un po’ sono a Londra, un po sono a Denver…dopo poco le abbiamo tutte tra le mani: erano tutte in quella stanza fine dell’emergenza.
…e abbiamo sempre 30 ragazzi con lo zaino e lo sguardo tipo “ma seri ? sta succedendo veramente ?”
Prendiamo le macchine, abbiamo tutto prepagato e organizzato, arriviamo alla Hertz dopo una fila chilometrica per prendere lo shuttle…e qualche macchina c’è, qualcuna non si trova, altre non sono il modello che avevamo richiesto…
…e abbiamo 30 ragazzi che non sanno se svenire sulle poltroncine, o dare testate fortissime ai tipi della hertz.
Alla fine, abbiamo le macchine.
Belle ed enormi come volevamo.
Arriviamo in albergo.
Abbiamo tutte le stanze pronte, prenotate quasi un mese fa…e pagate.
Il simpatico omino alla reception ci chiede la carta di credito a garanzia..non funziona.
Nessun problema, ne proviamo un’altra, appena usata sulle macchine. Non funziona.
Ok, proviamo quella personale, non funziona
nessun problema, proviamo quella di un’altra persona. Non va.
Allora ne proviamo un’altra ancora. Non va.
Gli chiediamo se è possibile che sia un suo problema…impossibile.
Altro giro di prova con le stesse carte…e sono 24 ore che siamo in viaggio.
Non vanno.
Quindi a sentire lui, l’unica soluzione è che non ci può dare le camere addio arrivederci.
Per un attimo ci siamo visti con le volanti della polizia, i lampeggianti, le strisce gialle appese ovunque…FBI, CIA, tutti a cercare di capire il perchè di un assassinio cosi efferato.
Invece non lo ammazziamo, una carta di credito americana sembra funzionare…e quindi usiamo quella a garanzia…e per ogni volta che prendeva una camera: “datemi la carta (la stessa), serve un documento (lo stesso)”….
per
ogni
camera
…e sono 25 ore che siamo in piedi.
Alla fine siamo riusciti ad andare a riposare in camera tutti.
E ora abbiamo 30 ragazzi che sanno cosa vuol dire fare un viaggio come questo.
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