Scritto da Davide “bolo” Bolognini: instagram link

Oggi la natura ci ha ricordato quanto siamo relativamente piccoli rispetto ad essa.

Ebbene sì, siamo andati a visitare il Grand Canyon, accompagnati da una “leggerissima” corrente d’aria fresca…..quasi come una brezza estiva.

Ma partiamo dal principio.

Dopo la consueta colazione a base di colesterolo e diabete, abbiamo affrontato la più grande paura di chiunque abbia mai fatto la collezione degli sticker Panini: attaccare male gli adesivi.

Perché si…..abbiano addobbato le nostre “spasso mobili” con gli adesivi raffiguranti il logo del Big Tour.

Inoltre abbiamo battezzato le macchine con i seguenti nomi: Freedom, Nebula, Enterprise, Challenger, Prometheus e Akira.

Dopo aver decorato le macchine siamo partiti in direzione Gran Canyon seguendo per un piccolo tratto la strada per antonomasia: 

LA ROUTE 66

Durante il viaggio abbiamo passato i soliti quattro/cinque biomi che l’Arizona offre ai suoi visitatori: la foresta innevata, il deserto, la foresta innevata, il deserto e la foresta innevata (non per forza in quest’ordine).

Proprio in quest’ultimo abbiamo deciso di inscenare una delle più antiche battaglie che il pianeta terra abbia mai visto: la battaglia delle palle di neve 

Dopo esserci asciugati, cambiati e tamponati…..perché si….abbiamo fatto un po’ di autoscontro tra di noi, siamo ripartiti alla volta del Gran Canyon.

Dopo aver fatto un lauto pranzo, sanissimo e molto nutrien…..vabbè che ve lo dico a fare, ci siamo infilati nel primo ristorante aperto…..se non fosse che questo “ristorante” aveva una M gigante gialla fuori all’entrata.

Scritto da Arianna Clima: instagram link

Sebbene il Grand Canyon l’avessi già visto 10 anni fa, l’esperienza di oggi non ha avuto niente a che vedere.

La prima sensazione che tutti hanno provato è stato un improvviso stupore e sgomento davanti alla vastità e alla potenza di quel panorama, il quale ha portato ad un’esplosione di urla di gioia e meraviglia.

Dopodiché c’è stato il momento delle foto: abbiamo superato le nostre paure, chi più facilmente e chi con più difficoltà, e ci siamo avvicinati all’orlo del precipizio.

Ma il momento più bello per me è venuto alla fine, quando insieme a Busi e altri 4 o 5 di noi, ci siamo seduti, abbiamo lasciato che i piedi restassero a penzoloni, ed abbiamo contemplato ciò che il Colorado ha creato con il suo corso in milioni di anni, accompagnati da colonne sonore che ci hanno aiutato ad avvicinarci ancora di più a quella che era una dimensione completamente diversa da quella reale. Il senso di infinito, quella sublime sensazione di essere di fronte a qualcosa di immensamente bello e spaventoso allo stesso tempo, ha provocato in ognuno di noi fortissime emozioni… Piangere ammirando un tale spettacolo non è una cosa da tutti, né che succede tutti i giorni.

Ed è per questo che è stato meraviglioso.

Il rientro dal grand canyon sono altre 2 ore e mezza di macchina, facciamo anche tre.
Una pausa per vedere un cielo stellato in mezzo al nulla…e poi dritti a letto.
Oggi è stata una giornata intensa…e domani ci aspettano i tamponi.