San Francisco ha il Profumo di quelle città che fuggono dal tempo.
Ha le luci e i palazzoni di Vegas, i locali di Flagstaff, la tranquillità di notte di qualsiasi cittadina nel nulla abbiamo attraversato in questo viaggio.
Ci accoglie nella nebbia, al 14esimo piano dell’albergo. Una nuvola immensa che avvolge tutto lo skyline.
Facciamo colazione e prendiamo le macchine in parcheggio. San Francisco è da esplorare.
Andiamo a Fort Point, sotto il famoso Golden Gate, ma la nebbia è ancora fitta così decidiamo di attraversarlo e provare dall’alto. Quello che ci si presenta davanti è forse unico degli spettacoli più belli di tutto il viaggio: un mare di nuvole bianche, acceso dalla luce di un sole inatteso, dal quale spuntano impervie le colonne rosse del ponte.
Ci prende una sensazione di completezza, ammirando il paesaggio, baciati dal sole e riscaldati da una temperatura primaverile assurda per noi, abituati ai freddi di metà gennaio nelle campagne venete.
La sensazione di aver appoggiato anche l’ultimo tassello nel puzzle di spazi e panorami visti nelle due settimane.
Abbiamo assaggiato l’immenso sporgendoci dal Grand Canyon.
Abbiamo provato il catartico contemplando l’Horseshoe Bend.
Abbiamo ascoltato il vero silenzio soffiare tra i deserti del Nevada.
Davanti a noi ci sono i sogni dell’uomo, che firmano un oceano di nuvole.
Gironzoliamo per San Francisco. Facciamo tappa pellegrinaggio dal maestro Yoda, mangiamo zuppa di granchio nel pane al fisherman’s wharf, ci perdiamo tra i negozi del pier 39.
La sera un ottimo sushi, perché in tutta sincerità gli hamburger buoni, ma hanno un pò rotto.
Ripartiamo il giorno dopo. Valigie fatte per l’ultima volta.
Ci regaliamo un’ultima vista sulla città dall’alto, quasi increduli di dover tornare a casa così presto. Fantastichiamo sul prendere un volo per le Hawaii e prolungare il nostro viaggio insieme ancora per un pò. Ci pensiamo seriamente fino all’ultimo, ma anche questa volta sarà per la prossima.
Stacchiamo gli adesivi dalle auto e le riportiamo alla hertz facendo come al solito gli italiani sorpresi di trovarle così tanto abbozzate.
Entriamo in aeroporto e…
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